"ELOGIO DELL’EBBREZZA" e “IL MITO E IL SENSO EROICO”

La poesia di Angelo Lippo e la pittura di Nicola Andreace a Monteiasi, domenica 8 novembre, nell’Ex Casa Comunale

Nell’ambito del progetto “Ottobre piovono libri. I luoghi della lettura" , promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal "Centro per il Libro e la Lettura", domenica 8 novembre 2009 - alle ore 18,30- nell’ex Casa Comunale di Monteiasi, il Prof. Giovanni Iacovelli presenterà l’ultima raccolta di poesie di Angelo Lippo, “ELOGIO DELL’EBBREZZA” e le opere pittoriche del ciclo “IL MITO E IL SENSO EROICO” di Nicola Andreace.
La serata sarà coordinata dal Professor Aldo Galeano, responsabile della Biblioteca popolare “Gruppo Anonimo ‘74” di Monteiasi - Associazione Culturale che ha organizzato l'evento in collaborazione con la Galleria e Centro Studi "Segmenti d'arte" di Massafra.

copertina del libro di Angelo Lippo

La raccolta di poesie di Angelo Lippo,“Elogio dell’ebbrezza”, unisce le poesie scritte dall’autore sul Vino, un tema che ha interessato nell’arco dei secoli tanti illustri poeti, e che continua a suscitare tutt’oggi particolare interesse. Il volume, che si avvale della pregevole prefazione del prof. Luigi Scorrano, continua ad ottenere riscontri critici significativi. Tantissimi gli articoli pubblicati, da quello di Felice Blasi sul “Corriere del Mezzogiorno” , di Antonio Errico su “Il nuovo Quotidiano di Puglia”, di Gaetano D’Elia su “Quotidiano di Bari”, di Liana De Luca su “Pomezia-Notizie”, di Maria Marcone su “Puglia”, di Gerardo Trisolino su “L’immaginazione”, sul sito literary.it a firma di Luciano Nanni, Tommaso Mario Giaracuni, Alberto Altamura, Grazia Stella Elia, Gerardo Pedicini, Laura Pierdicchi, su “Poetry wave-dream” di Antonio Spagnuolo, e tantissimi ancora inediti a firma di Giovanni Chiellino, Enrico Bagnato, Giorgio Poli. Del libro in una lettera così ne scrive Sandro Gros-Pietro, direttore della rivista “Vernice” di Torino: “Mi è piaciuto moltissimo, l’ho trovato di una intelligenza strepitosa”, mentre Luigi Bianco afferma che “Le tue parole mi portano proprio dolcezza: ‘merce’ rara in questi tempi di disarmonie”, e ancora Francesco De Napoli, direttore della rivista “Paideia” di Frosinone: “E’ una poesia sapienziale che invita a godere le piccole gioie d’ogni giorno, quel ‘carpe diem’ che rappresenta la vera salvazione dalla accidia e dai turbamenti che opprimono l’esistenza”.

Enea e Turno, 1985, opera di Nicola Andreace (Tecnica mista su tela, cm.60X80)

Con il ciclo delle opere pittoriche "IL MITO E IL SENSO EROICO", l'artista Nicola Andreace, raffigurando personaggi carismatici di epoche diverse -quali Kennedy, Maria Teresa di Calcutta, Gandhi, Papa Giovanni Paolo II, Lorenzo il Magnifico, Omero, Virgilio e diversi episodi dell’Eneide- interpreta e rappresenta la vicenda umana nel tempo, evocando il sentimento dell'eternità dinamica di una storia e di una cultura che, pur se nate nel passato, sono realtà del presente, emozione della moderna ragione, fascino duraturo di un mito che ha accompagnato la nascita della nostra civiltà con la creatività dell'arte e la forza di valori, che non hanno mai fine, quali la pietà, l’ospitalità, l’amore per la patria, per la famiglia, per la sacralità, il rispetto delle tradizioni, l’orgoglio dell’appartenenza, la lealtà, l’amicizia. Per questo le composizioni in mostra di Andreace, intimamente connesse con il campo semantico della poesia e della parola. risultano essere un omaggio alla letteratura, a quella insensata e meravigliosa pozione magica di dolore ed emozione che è la storia della vita dell’uomo, incentrata sui complessi passi di conquiste, di affermazioni della propria dignità, ma anche di fragilità e debolezze. Andreace predilige raffigurare episodi dell’opera virgiliana, il cui protagonista è Enea, l’eroe che fugge da Troia non per viltà, ma perché gli è imposto una missione superiore: fondare una nuova Città, salvare una famiglia, i resti di un popolo esule, i sacri Penati di Troia. La metafora del viaggio epico attraverso il tempo e la cultura del personaggio, è, per Andreace, un pretesto per organizzare frammenti di vissuto, che ci permettono di riscoprire le nostre pagine di studio, di evocare gli accadimenti contemporanei e lo stato di fatto del mondo di oggi, con le sue guerre, esplosioni e fallimenti, con i tragici esodi, le ospitali accoglienze e gli ostili rifiuti e diffidenze, le astuzie, gli amori e gli abbandoni, le ambizioni, la brama di potere, le lotte politiche. Pur in epoche diverse, quindi, la storia umana, che Andreace racconta con rigore compositivo ed armonica simbiosi di segno dinamicamente sicuro e cromatismo vigoroso o delicato, non cambia!

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