FIORI.NATURA E SIMBOLO DAL SEICENTO A VAN GOGH

A Forlì l'importante mostra “Fiori. Natura e Simbolo dal Seicento a Van Gogh” presso i Musei San Domenico fino al 20 giugno 2010

La Fiasca fiorita di Forlì è considerata una delle più belle nature morte di tutti tempi, un dipinto di cui non è stato ancora risolto il mistero. Se ne ignora l'autore. I diversi nomi ipotizzati (ad esempio Cagnacci) collocano il suo autore in un ambito artistico che ha come referente Caravaggio.

la fiasca fiorita

Probabilmente il quesito è destinato a rimanere irrisolto. Una cosa però è certa: si tratta di un quadro eseguito non da uno specialista di fiori, ma da un grande maestro appartenente alla categoria, allora considerata la più prestigiosa, dedita alla rappresentazione della figura umana, alla pittura sacra, a quella di storia e al ritratto.
A partire e attorno a questo capolavoro, nelle sale del Museo San Domenico di Forlì si sta tenendo una grande mostra che ripropone, da un punto di vista e con un approccio metodologico del tutto nuovi, la storia della pittura di fiori, tra il naturalismo caravaggesco e l’affermazione della modernità con Van Gogh e il simbolismo, giungendo fino alle soglie del Novecento, prima della comparsa delle avanguardie storiche. capolavori di Van Dyck, Brueghel, Cagnacci, Guercino, Strozzi, Dolci, Cignani e di altri grandi pittori di storia che hanno eccezionalmente dipinto quadri di fiori aiuteranno, se non a risolvere, ad avvicinarsi al mistero, che è poi racchiuso nel segreto della sua straordinaria bellezza, della Fiasca fiorita di Forlì.
All’apice del Barocco, la fortuna del genere porterà alla nascita di una vera e propria specializzazione e alla frequente collaborazione tra pittori di figura e pittori di fiori.
I cento capolavori esposti dimostrano come i quadri di fiori o quelli di figura dove l’elemento floreale assume un rilievo simbolico e formale eguale se non superiore abbiano raggiunto un’intensità e un’originalità estetiche assai superiori alla convenzionalità che caratterizza la pittura dei cosiddetti “Fioranti”.
Rispetto al Settecento, quando il tema sembra diventare prevalentemente decorativo, l’Ottocento conosce una straordinaria ripresa. Mentre gli specialisti riducono la pittura di fiori a una produzione esclusiva e di grande qualità, ma inevitabilmente commerciale, sono proprio i protagonisti dei grandi movimenti della pittura moderna, dal Romanticismo al Realismo, dall’Impressionismo al Simbolismo, a reinventare il genere dandogli un nuovo significato.

“Tanta manifattura gli [è] fare un quadro buono di fiori come di figure”.

(Caravaggio, 1603)
“Mi è mancato il denaro per pagare dei modelli, altrimenti mi sarei
dedicato completamente alla pittura di figura, ho dipinto però una serie
di studi di colori, semplicemente dei fiori: papaveri rossi, fiori di campo
[...], rose bianche e rosa, crisantemi gialli, alla ricerca di contrasti di blu
e arancione, di rosso e di verde, di giallo e viola, cercando toni spezzati
e toni neutri che facciano armonizzare questi estremi così brutali”.

(Vincent Van Gogh, 1888)

Forlì, Musei San Domenico
piazza Guido da Montefeltro
Fino al 20 giugno 2010

Comitato scientifico presieduto da
Antonio Paolucci
Mostra a cura di Daniele Benati, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti.
Progetto di allestimento a cura di
Wilmotte et Associés, Parigi
Studio Lucchi e Biserni, Forlì
La mostra è realizzata in collaborazione con Museo della Natura Morta di Poggio a Caiano, Palazzo Chigi in Ariccia, Collection, Gemeentemuseum Den, Haag, The Hague, The Netherlands, The State Hermitage Museum di San Pietroburgo, The National Museum di Belgrado, Museum of Mohamed Mahmoud Khaill e Guezireh Museum del Cairo.

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