Mangianti e mangiati

Mostra personale di Pietro De Scisciolo da sabato 19 novembre 2011 al 3 dicembre 2011 presso ADSUM Artecontemporanea a Terlizzi. Il vernissage è previsto alle ore 19,00  con una presentazione di  Luigi Dello Russo e una performance dell’attore Pietro Matarrese.

"De Scisciolo si rivela, in questa  sua opera “Mangianti e mangiati”, un artista che mescola narrazione eversiva e saggio morale. E cosa vuole comunicarci questa installazione complessa ma affascinante, sarcastica ma etica, violenta ma civile... e proprio per questo   a suo modo opera di valore  assoluto?

Quale significato concettuale ha questa installazione-performance  in cui si mescolano wagnerianamente scultura tradizionale ed oggettuale moderna, video-art e musica jazz, azione teatrale e saggio letterario? Cosa evidenzia questa visione di elementi interagenti, così volti a rappresentare la realtà contemporanea? Una realtà senza possibile speranza di mutamento? Il tema è la regressione dell' umanità  ad una condizione di arcana ferinità. Una regressione di feroce bestialità cannibalica  in cui  non c'è posto per una possibile salvezza dell' 'umano' nell' umanità.   E' questa  sarebbe una realtà che implacabilmente  ricondurrebbe l'uomo verso il passato  e non più proiettato verso  l'avvenire ! La realtà cronachistica del mondo di questi ultimi anni ce lo conferma. Domina la legge implacabile non della vita ma della morte..e della morte per cannibalismo economico-finanziario, conseguentemente social-politico ed inevitabilmente psicologico-umano: ci sono i 'mangiati 'e i ' mangianti', ma quest'ultimi diventeranno prima o dopo i 'mangiati ' di domani! Una concezione belluina che metaforicamente si esplicita in una ripetizione reiterata  ed ossessiva di  volti umani, violentati alcuni  da utensileria di cucina usati come strumenti di sadismo e di tortura o di insano  piacere paradossalmente  da ' grande  abbuffata ' per altri.
Tutti i volti sono memori del  naturalismo  espressionistico  risalente  alla primogenitura del grande  Auguste Rodin, in particolare  ai ' Borghesi di Calais', ma qui - in un ribaltamento di valutazione etica - predomina un'angoscia regressiva per  la consapevolezza che il mondo si presenta come lotta e guerra per il possesso, più che di beni primari di alimentazione, che qui nell'opera sono metafora , di beni invece di lusso e spreco, di dominio e di potere sulle cose e sulle persone. E qui l'allusione ai nostri giorni si fa evidente e concreta. L'artista cioè con la raffigurazione della violenza  allude all'intera società, quella in cui viviamo! Una società di ionescana memoria : rinoceronti  omologati da una sola legge, quella  della cannibalità  antropofaga.
L'istinto di morte ci dominerebbe sovrano se non ci fossero alcune  speranza di illuminazione conoscitiva   e di salvezza...forse sono l'arte di De Scisciolo che lo rappresenta , il teatro ispirato da Ionesco che lo recita, la musica di Max Roach che chiama a raccolta  i popoli schiavizzati da secoli ad unirsi per opporsi  al dominio mortifero  di pochi  per recuperare  come bene primario ed essenziale 'l'armonia dionisiaca' della vita per tutti gli uomini possibilmente in egual modo divisa. " Testo a cura di Luigi Dello Russo

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