Pietro Iori e la Tokyo impressions

Alle ore 18.00 di questa sera si inaugura alla Galleria Zaion (Ex Lanificio Pria) di Biella la mostra personale di Pietro Iori dal titolo "Tokyo impressions". La mostra presenta una serie di lavori fotografici e scultorei che perfettamente si completano, essendo paesaggio e tridimensionalizzazione del particolare.

L'artista narra le vicende del viaggiatore assente che non si muove; che viaggia pur rimanendo immobile. "Ed è proprio da questo suo immobilismo che ricava la sua forma di personale deriva. È da questo suo essere sostanzialmente stanziale che produce il suo viaggio.
Ed è il suo lavoro - questo suo viaggiare senza muoversi - che diviene una sorta di fantasmagoria dell'esistere, che gli permette di immaginare luoghi e spazi. Nella serie "Souvenir" Pietro Iori, viaggiatore assente, si è servito di un viaggiatore commerciale come strumento-sonda per studiare la megalopoli per eccellenza, Tokyo, per catturare visivamente la vita frenetica di una città in continuo sviluppo, che si costruisce su se stessa, all'avanguardia e ricca di paradossi estetici e sociologici, e riportarne determinate icone. Con un accurato screening ha selezionato da più di 200 fotografie, sette particolari per farli diventare un singolo scatto e ricreare la sensazione del luogo dato.

L'artista ha trovato in ciò una modalità per ritornare in maniera fisica sul posto ed interpretarne l'idea, la sua soggettività è diventata arbitraria in base alla comunicazione e il viaggio virtuale è rimasto così un pretesto per mostrare dicotomie strutturali legate alla città e per intraprendere una sorta d'indagine socio-antropologica.

L'elemento scultoreo di terracotta, che affianca lo scatto fotografico, materiale duttile e plastico, facilmente plasmabile e malleabile, va a richiamare la fisicità e la realtà propria dell'immagine ripresa, che come un souvenir crea il rimando alla sensazione.
Il paradosso di un oggetto sostanzialmente banale che richiama la fisicità di uno spazio esperito, è appunto il costrutto attorno al quale si costruiscono i sette pezzi in mostra, che catturano le nevrosi quotidiane di una società ormai in balìa dell'alienazione e di un ritmo frenetico".

Catalogo in galleria con testi di Francesca Baboni e Stefano Taddei.
Orari di apertura: da mercoledì a venerdì dalle 16.30 alle 19.30 e su appuntamento.
Per ulteriori informazioni: www.zaiongallery.com.

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