Damien Hirst - Lo squalo dell' Arte Contemporanea

C'è una cosa nell'Arte che in alcuni casi mi da' allo stomaco: la puzza dei soldi, di tanti soldi. Quelli ad esempio di Damien Hirst , artista inglese (classe 1965) che ha iniziato la propria carriera insorgendo contro il "sistema dell'arte", finendo per controllarlo -quel sistema- ed impossessarsene.

Hirst, oggi, è una "industria" nel mondo dell'arte (240 collaboratori....gente in pratica che crea e realizza le SUE opere), secondo solo ad Andy Warhol (qualcuno dice solo per motivi biografici).
Quattro anni fa mise (personalmente) all'incanto da Sotheby's 223 opere, ricavandone 140,5 milioni di euro.....di cui 13 milioni solo per... un vitello giallo dorato in formaldeide (The Golden calf).
Risultato?? Un castello come casa (300 stanze), una quarantina di proprietà sparse per il mondo e  conti in banca che neppure lontanamente assomigliano al mio (fido utilizzato fino alla gola, sempre a un filo dal precipizio, n.d.r.).

Dal 4 aprile (fino al 9 settembre) è in corso una mostra alla Tate Modern di Londra. La galleria ospita la prima grande retrospettiva dell’artista, legato all’informale, all’action painting e alla pop art. Si inizia dalle padelle per friggere, alle realizzazioni di spin painting, dipinte in rotazione come un vinile sul giradischi, e spot painting. E, naturalmente, lo squalo in formaldeide, un’icona dell’arte britannica degli anni Novanta oltre ad essere l’opera simbolo di Damien Hirst. 

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