Tu semini. Io raccolgo - di Eugenio Scardaccione

Genitori in gamba non si nasce, si diventa - Prefazione di A. Pellai. Illustrazioni di G. Zavalloni
L'ultimo libro di Eugenio Scardaccione.
Educare significa, ce lo insegnava la Montessori, "aiutare a fare da soli". Al suo terzo libro, dopo i successi dei primi due ("Tu bocci. Io sboccio" e "Tu secchi. Io fiorisco"), con il nuovo Eugenio Scardaccione ci guida nei meandri difficili della relazione tra genitori e figli nel contesto della famiglia, della scuola, della società. Una relazione nella quale si costruisce la pianta di domani, anzi la si semina, nella certezza che i risultati del raccolto saranno, in futuro, goduti e riservati ad altri. Ma quel che importa per l'autore è che si sappia: "Genitori in gamba non si nasce, si diventa".

Il libro aiuta i genitori a "farcela da soli", a esser coerenti, a scovare energie, a riconoscere potenzialità, a evitare i facili errori legati al ruolo che si ricopre. Ma, appunto, "fare da soli" per un genitore significa sapere, in autonomia e piena coscienza, decidere di essere, vivere, crescere, cambiare, gioire, piangere, indignarsi, esaltarsi con gli altri. Altri che non sono solo la famiglia, ma la comunità locale, la società, la cultura, il mondo. Con la consapevolezza che il confronto aperto e serrato con altri genitori è utile e fa bene.

Le riflessioni del volume, dunque, aiutano a saper stare bene "da soli" senza mai dimenticare gli altri. A partire dagli altri più significativi - perché in essi abbiamo investito in energie ed emozioni - e più generosi - perché basta un solo loro abbraccio per recuperare tutto l'investimento con gli interessi -. A partire, cioè, dai nostri figli.

Il testo non ha pretese prescrittive e moralistiche. né vuol essere un manuale di genitorialità. Piuttosto, un'occasione importante per "fermarsi a pensare, riflettere, emozionarsi" nel ricordare che essere genitori è un mestiere difficile ma anche avvincente.
 
Eugenio Scardaccione (per tutti, amichevolmente, Gegè) è nato ad Aliano (Mt), nella misteriosa e incantevole terra lucana dei calanchi descritta da Carlo Levi. Risiede a Bari, dove fa il preside o, come si dice oggi, il dirigente scolastico. È alla sua terza opera, dopo "Tu bocci. Io sboccio" (La Meridiana, Molfetta 2004) e "Tu secchi. Io fiorisco" (Progedit, Bari 2006).

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